Angela Cavelli

psicoanalista e scrittice...
un sito per leggere, sognare, condividere...

Come sono noiosi quando parlano di Te
e Ti rispettano solo a parole…
E Dio disse: "È ora di piantarla
di rifilare minestre divine".
Non aggiunse altro perché si addormentò.
di Angela Cavelli

Poesie

pensieri sfuggiti di nascosto,
che diventano...

Sabato 25 Ottobre, 2003
Ritorno a te.
Da chi dovrei tornare?
Rimetto insieme la mia storia,
ma anche la tua
se è vero che siamo stati insieme.
Intorno c'è un certo ordine:
non potrei scrivere se la pianta
s'ammollasse,
se il bimbo s'adirasse,
se l'orlo della sottana
scendesse oltre misura.
Sono l'ultima casalinga e ho progettato,
in ritardo, uno stile diverso.
Non ho più il mestruo nervoso,
né il battito certo,
sono poco pulita
e mi rifugio, incerta,
nella certezza della Resurrezione.
Medito sulla cattiveria,
la mia,
che non dovrebbe avere un alibi.
Penso, anche: piccola civetteria!
Il rispetto è un distacco
di chi ha già una passione
e non muore di morte naturale:
fonderemo un Ente Morale.
Sta venendo l'ultima pensata di stagione
insieme alle albicocche e al sicomoro.
Tu non mi hai proposto: Lasciamo
i nemici a ferragosto e ritiriamoci a vivere in Riviera.
Non hai pensato a questa via segreta,
ma ad un posto di manager della vita:
e io ti confermo la mia resurrezione.
Giovedì 16 Ottobre, 2003
Ecco, sei arrivato
alla porta:
ti ho aperto, ma brontolavo.
Ho abbassato la testa
e me ne sono andata,
via, da te.
Perché?
Era fragile ancora,
ma diventerà rocciosa
e i gabbiani se ne serviranno.
Poi hai scritto
perché è per me che scrivi.
Hai scritto di Lui,
di un amico,
di un affetto,
di un parente stretto.
Perché se lui mi fosse
indecifrabile,
erano anni che lo seguivo,
io ne morirei.
Lunedì 13 Ottobre, 2003
Mi hai chiamata per nome
e quasi svenivo.
L'ho udito improvviso
dal telefono nuovo
mi è sembrato impossibile
come la ricostruzione del vecchio Vietnam.
Tu, il mio nome,
nome proprio,
che prima non sentivo,
detto così, nel presente.
Mi sono fermata
per non impazzire.
Ora lo so,
lo sento nel vento piccolo
d'ottobre
dietro le celle
dei miei silenzioni amici.
Mercoledì 8 Ottobre, 2003
Dopo un'attesa lunga
e tante strade,
tutte diverse,
venne il delirio.
Il delirio venne
e prese posto come unica esperienza.
Prima, pensai che Dio accompagnasse i miei passi,
che fossi già protetta,
già conclusa,
determinata da Lui.
La paranoia venne e mi accompagnò per molto,
poi la lasciai.
E fui senza garanzia.
E, finalmente, la tua parola
che seguì la mia scrittura.
Ti ascoltai e rimasi lì, incantata.
Si svelava, piano, il desiderio di tanti anni,
non maturi,
ma allora, riconobbi, non perduti.
Giovedì 2 Ottobre, 2003
Non reggo a tanto,
non reggo,
io mi ribello,
a che Dio sia una torta,
scotta,
che non abbia problemi,
se non quelli del forno.
Voglio le tue indicazioni.
O Dio è Passione o non è.
Io ho cinto d'argento i miei fianchi
e sono andata oltre:
no, ti grido,
non voglio il mediocre sentire, le parole
sconvolte,
il dubbio d'agire.
Desidero grande
non voglio, ripeto,
il rito di un funerale mondiale.
Il fumetto è scritto in ogni telegiornale:
non sopporto il rapporto sintetico sociale.
Voglio un centro
dove la passione trionfi.
Io non reggo agli ebeti, alle torte,
a vapore, s'intende.
Voglio ridere dei volti contratti,
in attesa di che?