Fiabe

le fiabe di Angela Cavelli
prendono spunto da quelle classiche

Cordova aveva una moschea
sentiva gli arabi sul collo e le trine di Siviglia sulle spalle...
perché la signora sapeva d'essere in cucina
ma non sapeva altro
e non parlava più
di Angela Cavelli

Fiabe

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Venerdì 1 Aprile, 2011
[...]

Berto corse a riceverlo con tutti gli onori e prese per primo la parola: “Caro amico, come ho potuto essere così folle? Avevo perso tutto a causa dell’invidia per te, dimenticando così di far fruttare la mia eredità. Ora il mio regno dovrà ingrandirsi sempre di più.” “Dimmi” disse il gatto che non aveva certo perso il suo smalto e la sua competenza “come mai vuoi arricchirti sempre di più?” “Perché povero è brutto, non è soddisfacente il diventarlo.” “Ebbene questo ti renderebbe più saggio, ma perché vuoi ingrandire il tuo regno?” Berto sempre più allibito, rispose: ”Perché io e Arcadia vogliamo stare bene, essere soddisfatti, senza di lei e senza il mio regno ero infelice, malgrado cercassi di dimenticarlo.” “Capisco il pentimento, la ripresa di ciò che era tuo, ma perché desideri essere più ricco e potente?” Berto si fermò di nuovo a pensare e rispose: ”Perché il mio desiderio di ricchezza è infinito e la mia ambizione smisurata...Aveva però dei dubbi su quanto andava dicendo, gli pareva poco chiaro e reale e allora finalmente, dopo averci ripensato, rispose con sincerità: ”Perché sono un re e un re ha da governare. Non è un mestiere come un altro. Ho dei sudditi e sarei sommamente angosciato se facessero contro di me una rivoluzione e mi cacciassero. Già ho avuto i loro forconi sulla testa, i loro cani contro, le loro donne poi mi volevano ridurre come il cantore Farinelli, reso eunuco dal fratello... Vedi, le terre del mio regno non bastano più perché la popolazione è triplicata e allora sarà mio dovere ampliare i confini del mio regno. La prima delle mie occupazioni sarà l’economia. Per non avere più carestie ho permesso che i contadini importassero un tipo di grano dall’Egitto che quintuplerà la produzione; per ottenere questo ho bisogno di una rete di canali e di una diga e gli ingegneri sono già al lavoro. Dal Nuovo Mondo ho fatto arrivare un tubero, la patata, che servirà come contorno per le carni. Perché queste poi siano sode e gustose, darò ai contadini sementi di trifoglietto svizzero così che il bestiame avrà nutrimento raffinato e oltre a carni saporite nel nostro regno scorrerà latte dolce come l’ambrosia. Gli svizzeri tenevano le sementi in casseforti d’oro, tanto è il loro valore e mi ci è voluto del bello e del buono per averle! In cambio ho dovuto cedere loro i frutti del cacao. E loro dai semi han ricavato cioccolata, ma Arcadia ha inventato la Nutella, crema imperiale! Il nostro vino ora sarà il migliore del mondo perché verrà invecchiato dai vinai in botti di rovere e castagno, avrà un sapore secco e gradevolissimo, si chiamerà Champagne ed è merito di Arcadia aver scoperto un metodo di invecchiamento. Vedi, se va male l’economia del regno, io rischio la corona e la testa, per questo una maggiore produzione di beni permetterà maggiori scambi e dunque più soldi nelle tasche dei miei sudditi che non faranno fatica a sborsare le tasse.” “Vedo che hai smesso di fare l’autarchico.” “Sto cercando di far fruttare tutte le risorse disponibili sulla terra che la mia stoltezza aveva cercato di ignorare. Io sono diventato marchese per merito tuo, poi principe, ma non mi rendevo ancora conto che significasse veramente governare un regno, la coscienza, come ben saprai, è sempre in ritardo...” Berto si fermò un attimo perchè gli pareva di aver detto qualcosa di non corrispondente a ciò che sentiva vero, poi però riprese: “così ho lasciato per troppo tempo che i miei talenti rimanessero lì a “bagno maria” Tu mi hai trattato con grande benevolenza, tu mi hai permesso di regnare, ebbene un principe non può permettersi di non fare il principe, anche perchè i suoi cortigiani, dignitari, ministri e così pure le loro famiglie, insomma tutti coloro che sostengono il governo gli taglierebbero la gola! perché è come se Dio decidesse di iscriversi ai sindacati per avere il sabato libero! Ti dirò di più: gli imperatori cinesi potevano pure essere corrotti, anche crudeli, ma se il fiume Giallo non straripava potevano continuare a regnare, altrimenti non avrebbero avuto più sudditi, i quali non chiedevano altro che alti argini per continuare a vivere!” Il gatto a questo punto interruppe Berto: ”Sei un bugiardo, mio principe, non è vero che non sapevi governare, lo hai fatto per mesi, ma invece di prendere da me, imitandomi, volevi diventare uguale a me, senza di me. A tuo merito posso però aggiungere che ora hai ricominciato a regnare!”

NOTE
1) Il nome “Berto” rimanda sia a “Bertoldo”, figura letteraria di contadino rozzo e astuto, sia a “Roberto”, nome di origine germanica, composto da hrothi (fama) e berth (chiaro, illlustre) e sta ad indicare le alternanze di condotta del personaggio della fiaba.
2) Regione della Grecia, mitica patria della poesia bucolica, dalla quale prende il nome una Accademia letteraria fondata a Roma nel 1690 da poeti del Circolo di Cristina di Svezia, i quali miravano alla riforma della poesia in nome della semplicità e in opposizione al marinismo. Ogni socio assumeva uno pseudonimo pastorale. Il nome di “Arcadia” dato alla principessa della fiaba sta qui ad indicare alcuni suoi tratti ingenui.
3) Le locande erano trattorie con alloggio. L’invenzione del ristorante vero e proprio si fa risalire alla fine del ‘700, da parte del gastronomo e scrittore francese Brillat-Savarin, autore de “La psicologia del gusto” (1825).
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